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Vetrina Binago

Paolo d'Altan

Salis in fuga

salis

Salis in fuga

Maggio 2014

Non è un buon momento per scappare, ma è più forte di me, devo farlo. Mi sono addormentata come un sasso ieri sera, dopo avere consegnato l’ultimo carico di sale. Ero così stanca...
Non avrei mai pensato di poter trovare nel cuore della notte la forza di alzarmi e, addirittura, andarmene. Invece l’ho fatto. Ho sognato la luna. È apparsa gialla e piena come sulla lavagna dei turni e mi ha detto: – Salis, scappa via. –Mi sono alzata e sono uscita dalla mia capanna.

 

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Appunti di viaggio

San Giovanni in Fiore paese che resiste

Oggi il parcheggio all'Abbazia Florensis è pieno. Ci meravigliamo, un buon segnale per il turismo della zona.

Dopo la cerimonia, l'Abbazia si svuota.

Pressochè unici visitatori, possiamo ammirare stupiti e farci domande al Museo Demotico.

Le foto degli anni '20 ritraggono  le famiglie del paese e il loro status sociale: gli Oliverio, i Mancina, i Mancuso.

I cognomi della migrazione che riconosciamo nella nostra zona.

Anche oggi San Giovanni in Fiore si conferma terra di spopolamento.

Ma è un territorio che resiste.

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Il mare dei Genovesi

Dopo l’elegante Pegli, si apre il quartiere di Genova Voltri nella zona di Ponente.

Qui sono racchiuse tutte le contraddizioni di questa città, il borgo dei pescatori con le sue reti e le sue vecchie barche in esposizione, il porto moderno, lo studio dell’archistar Renzo Piano.

Sono recenti i segni dell’immigrazione, l’aspetto multiculturale e la varietà delle lingue.

La grande spiaggia è libera ma non sorvegliata.

I palazzoni che si stagliano sulla collina non riescono ad oscurare l’anima del luogo.

Il segno dei tempi si legge negli angoli più nascosti.

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Libri - il racconto

L'invito

L'INVITO (che cosa mi interessa di te)

Non mi interessa che cosa fai per guadagnarti da vivere,
voglio sapere che cosa ti fa soffrire e se osi sognare di incontrare il desiderio nel tuo cuore.

Non mi interessa quanti anni hai,
voglio sapere se rischierai di sembrare ridicolo per amore,
per i tuoi sogni, per l'avventura di essere vivo.

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Dimmi se cerchi bellezza....

dimmi se cerchi

Esce il nuovo album dei Sulutumana “Dove tutto ricomincerà”, raffinatissimo e di grande impatto emotivo.

La band rimane fedele allo stile che da sempre la caratterizza: la musica è poesia e bellezza, messaggio esplicitato nel singolo ”Dimmi”. Ispirazione e citazione di alcuni versi di Oriah Mountain (Pellerossa).

L’album raccoglie diverse suggestioni, frutto di suoni e di immagini a partire dalla pioggia che canta leggera.

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Libri - Recensioni

Luoghi animati. Percorsi tra arte e cultura

luoghi animati definitivo

Il libro raccoglie gli articoli pubblicati dall'autrice sul sito www.binago.org con lo scopo di promuovere e divulgare la cultura. Gli itinerari proposto sono raggiungibili in giornata dalla Provincia di Varese. Far cirolare la bellezza vuol dire essere consapevoli dell'enorme ricchezza del nostro Paese.

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Fiori di guerra, di Franco Luini

fiori di guerraLa guerra non ha niente a che fare con chi combatte. E' sempre l'idea di pochi altri. Sei piccole storie di guerra che parlano di pace, piccoli episodi di umanità in contrasto con l'atrocità disumana che è protagonista di qualsiasi conflitto. Se la guerra è un affare umano, è ancora più evidente la magia scaturita da un gesto di pace, sorprendente quando nasce dove la pace è stata più offesa. Il potere ribelle, rivoluzionario, della pace diventa pericoloso per chi la vorrebbe negata e può affiorare incontrollato qua e là, sugli aridi campi di morte. Senza distinzione di bandiera o fronte.

 

 

 

 

 

Luini, Franco    illustratore varesino

Fiori di guerra, Roma, Germani editore, 2017

 

Bellezze artistiche locali

Binago, terra di frontiera

Binago è terra di frontiera, con tutte le contraddizioni che le appartengono. Vicina ai laghi, immersa nelle meraviglie quotidiane del parco Pineta di Appiano Gentile.

Un percorso ben segnalato conduce al “Sentiero delle rane”.

La pro Loco vi ha appena organizzato la Babbo Running, la corsa di Babbo Natale.

La Chiesa di Santa Maria dispiega una Bibbia popolare fatta di icone e di Madonne del latte.

La fontana di Palazzo Lavezzari è la finestra sul quartiere antico di cui fa parte anche una tela del Morazzone collocata nella Chiesa Parrocchiale e dedicata a San Carlo Borromeo. Il motto humilitas richiama tutti ad un senso di umiltà e meraviglia

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La Chiesa di Santa Maria di Campagna di Ligurno

In un pomeriggio assolato di fine autunno, sotto uno straordinario cielo azzurro, passeggiando sui resti di una recente nevicata, ho scoperto un piccolo, prezioso gioiello del romanico lombardo. Si tratta della Chiesa di S. Maria di Campagna di Ligurno, la frazione principale del Comune di Cantello, in provincia di Varese, al confine con quella di Como e con la Svizzera.

La chiesa e l’alto campanile costituiscono gli edifici più pregevoli del Comune di Cantello: entrambi adagiati su un pianoro in prossimità del cimitero, possono essere datati tra l’XI e il XIII secolo.

Alcuni studiosi ipotizzano, ma non ci sono prove in merito, che l’autore del progetto possa essere Lanfranco da Ligurno[1], che diresse la costruzione del Chiostro di Voltorre a Gavirate (Varese)[2] e operò nel cantiere di Santa Maria al Monte a Varese assieme al padre Domenico.[3]

Per ricostruire la storia della chiesa e del suo campanile possiamo riferirci a fonti scritte, alcune certe, alcune solo ipotizzabili. Come quella più antica dell’IX secolo: si tratta di un placito (giudizio, udienza) che si tenne nell’aprile dell’anno 844 presso l’oratorio di Santa Maria “in Lucurno”. Potrebbe trattarsi della chiesa preesistente a Santa Maria di Campagna, più piccola, della quale sono ben visibili le fondazioni dei muri perimetrali nel pavimento della chiesa attuale e risalente quasi certamente al VI o VII secolo d. C..[4] Del placido racconta lo storico Giorgio Giulini che nelle Memorie della città, e della campagna di Milano ne' secoli bassi (1769), indica l' “Oratorio di Santa Maria da Lacurno, forse Ligurno nella Pieve di Arcisate” come sede di udienza di un processo che vedeva come contendenti, in merito al rivendicato possesso di alcuni beni in Balerna, il longobardo  Teutperto ed il Monastero di Sant'Ambrogio di Milano.[5]

 

Fonti certe sono invece quelle del XVI secolo. Negli Atti delle Visite Pastorali, contenuti nell'Archivio della Curia Arcivescovile di Milano, si legge che, il 30 ottobre 1567, il delegato dal cardinale Carlo Borromeo,  Giovanni Battista Castano, arciprete di Monza, giunse a Ligurno in visita pastorale e riferendosi alla chiesetta "sub titulo S. Mariae de miraculo" annota che le pareti sono, per la maggior parte, dipinte "parietes sunt pro maiori parte picti" e che l'altare maggiore si trova in "capella tota picta cum duobus parvis fenestris ad latera apertis".[6]

Nel 1574, il 22 agosto, la chiesa di Madonna di Campagna accoglie in visita pastorale addirittura San Carlo Borromeo, il quale vi trascorre anche la notte. [7]

In una Convenzione del 20 settembre 1764 tra l’Arcivescovo di Milano e gli abitanti di Ligurno e Cantello, viene riportata la notizia che nella chiesa si esercita il culto da oltre due secoli.[8]

Gli interventi realizzati dal XVII secolo in avanti, sino all’anno 1836, hanno apportato modifiche, mascheramenti ed intonacature, all’aspetto evidenziato negli Atti delle visite pastorali del Cinquecento.

Il complesso è stato dichiarato Monumento Nazionale nel 1912 attraverso Decreto del Ministero della Pubblica Istruzione notificato il 6 dicembre 1912.[9]

 Tra il 1971 e il 1974, grazie all’avvocato Steno Baj, (“…spinto al compimento di un’opera che spero resti di testimonianza del mio particolare attaccamento a Cantello…”), vengono promossi e finanziati lavori di recupero e di restauro integrale della Chiesa, con la totale collaborazione delle due parrocchie e dell’Amministrazione Comunale. A ricordo della generosità del mecenate rimane una lapide apposta sulla parete settentrionale interna della chiesa.[10]

Dopo una scrupolosa serie di esplorazioni, assaggi e studi preliminari, l’architetto Adriano Cornoldi, con l’approvazione della Soprintendenza ai Monumenti della Lombardia[11], procede alla rimozione degli intonaci esterni a calce e delle sovrastrutture murarie addossate esterne (una cella mortuaria, alcune sepolture di sacerdoti) ed interne (decorazioni neoclassiche non di pregio).[12] Questi lavori, effettuati dalla ditta specializzata Abele Baj e Figlio di Milano[13], riconducono la chiesa alle sue fattezze romaniche: una semplice pianta rettangolare, ad aula unica terminante con un’abside semicircolare, struttura in muratura a vista in pietra irregolare.

La facciata esterna, dopo i restauri, si presenta a capanna, con rientranze, lesene in rilievo, con coronamento ad archetti rampanti e cigliati, gli stessi del campanile, e una piccola finestra a croce greca. L’abside semicircolare, sopra la quale si ripete la finestra a croce greca presente in facciata, presenta nicchie a fornice cigliate, una presenza assai rara[14] e tre piccole aperture. 

Nella parete del lato meridionale si aprono tre finestrelle, ancora in parte con decorazione ad affresco all’interno: quella vicina all’altare è la più pregevole per la decorazione geometrica.

Sul lato sinistro si innalza la torre campanaria, alta poco meno di 30 metri. Restaurata tra il 2000 e il 2001, è decorata con rientranze con archetti pensili, monofore e con bifore cigliate nella cella campanaria. Si può ipotizzare che questo slanciato campanile abbia avuto origine dalle fondamenta di una torre di avvistamento e segnalazione di età romana[15].

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Il Mulino del Trotto

Partecipiamo ad un'uscita a Castiglione Olona con il corso di fotografia.

Lo scopo è quello di rappresentare una città d'arte, fissando il suo volto quattrocentesco, l'impianto umanistico.

Scopro che la Chiesa di Villa, l'imponente edificio centrale che ostenta il suo San Cristoforo,  è stata realizzata con il marmo delle cave di Molera.

Da qui l'idea di visitare in giornata le cave. Solo il caso ci fa incontrare una guardia ecologica che conosciamo.

Scopriamo le macine e il vecchio mulino di Cagno. All'interno un focolare seicentesco connota la storia di questa costruzione.

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Soma Sema, di Stefano Medaglia

CASTELLO DI MASNAGO, VARESE

 

Stefano Medaglia

Autore: Medaglia Stefano (1970), esecutore

Cronologia: 1994

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tecnica mista su tela

Misure: 147 x 147

Stefano Medaglia, artista di Venegono Superiore, è autore anche delle vetrate della Chiesa di Santa Caterina in Pianasca.

A Ghirla presso il Mulino Rigamonti

Ghirla e il suo lago sono uno dei testimonial più significativi del turismo in provincia di Varese.

D’estate il paese richiama alla mente temperature particolarmente gradevoli.

Inoltre la sua pensilina liberty accoglie i visitatori alla fermata degli autobus, a documentare i fasti degli inizi del Novecento e l’arrivo della tramvia.

Il mercatino natalizio si snoda attraverso le vie del piccolo centro ed espone i prodotti locali (mele e formaggi della valle). Interessa anche la via del Ghetto, che rievoca una possibile presenza ebraica.

In realtà un nucleo ebraico non è ufficialmente documentato, anche se questa piccola località  ha costituito, durante l’ultima guerra,  rifugio per gli ebrei che fuggivano in Svizzera, vista la vicinanza del confine.

Ghirla rappresenta anche la provincia operosa, dalle fucine del Maglio al Mulino Rigamonti.

In particolare l’attività del mulino, che sfrutta le acque del torrente Margorabbia, è attestata con la stessa famiglia a partire  dal 1787.

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