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Per ritornare a raccontare Pinocchio non bastava la semplice devozione per un testo di formazione, caposaldo della nostra letteratura. Bisognava trovare una chiave diversa, scavare tra le pagine di Collodi per smascherare, finalmente, mastro Geppetto. Pinocchio non è mai stata solo la favola di un vecchio che cerca la compagnia di una canaglia, nella speranza di addomesticarla, di addolcirne le spigolature perché diventi un bimbo buono e, naturalmente, adatto al mondo e alle sue regole. La favola del ciocco di legno che prende vita trova adesso, nell’incipit del film di D’Alò, una ragione più profonda, che non è nuova nell’esegesi del racconto, ma che ora si fa rappresentazione narrativa e grafica: Geppetto bambino perde il suo aquilone tra le splendide colline toscane disegnate da Mattotti; l’aquilone vola nello spazio e attraversa il tempo per ritornare dal falegname ormai anziano e solo. Una vita lunga un volo, le cui poche tracce si perdono in una immagine fotografica, riassunto impietoso della solitudine di un padre mancato.

Stanze, corridoi, arredi che tolgono voci e volti. Non il lusso, ma l'accumulo di sapere infinito. La fuga da quel mondo amato ma ristretto poteva bastare al giovane? La "gente zotica, vil" del natio borgo selvaggio gli dette in realtà "giorni vezzosi, inenarrabili". Ben altro lo tormentava, le vaghe stelle, l'infinito. Forse l'amore carnale inappagato ma necessario avrebbe dato l'apparenza. Nei libri cercava l'eros sconosciuto. Il fisico eroso anziché immiserirlo lo rafforzava nel pensiero.

 

Cos’è il cinema fantasy se non una sovrapposizione di realismo e favola? E’ difficile fornire una definizione complessiva del genere, che si è sempre caratterizzato per mescolarne diversi sia in letteratura che nel cinema.

Da un questionario orientativo distribuito nella classi sono emerse le abitudini di lettura e le preferenze di genere degli studenti di seconda media (Valmorea, 2008). Questo tipo di indicazione ha fornito all’ insegnante una traccia per impostare un progetto mirato.

Il percorso ha integrato l’utilizzo della biblioteca comunale con la scelta autonoma da parte dei ragazzi e la selezione operata dall’insegnante. Sulla base dei generi graditi e della conoscenza diretta di alcuni testi, l’insegnante ha proposto e presentato in classe una rosa di libri. Gli alunni sono stati coinvolti in piccoli gruppi, hanno avuto modo di visionare i volumi e di operare una scelta in base ai propri interessi. Qualcuno, come in genere succede, si è limitato a valutare soltanto la forma grafica (numero di pagine, presenza di illustrazioni, leggibilità). 

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