Pont du Gard ci appare in tutta la sua maestosità su tre ordini, percorribile a piedi sui due lati.
La vista spazia sulla Garonna fino ad Avignone.
L’effetto è di grande suggestione, ma non è prodotto del caso.
L’organizzazione è interessante.
Si paga il costo del parcheggio forfait e si accede all’area pedonale che costringe il turista con grande piacere ad avvicinarsi solo a piedi e a coltivare la sorpresa della scoperta.
Anche a Saint Remy le Antiquitates (arco e mausoleo) sono i simboli
dell’origine romana della città e della conquista augustea con tanto di trionfo sui Galli. Il sito è a metà strada tra
gli scavi e un celebre ospedale di cura.
Spazi pubblici e privati scandiscono il ritmo della città romana di Glanum. Il foro, le terme, la fonte con interessanti ricostruzioni cartografiche degli ambienti a partire dalla lettura delle rovine.
Gli uliveti caratterizzano il paesaggio. Olive di piccole dimensioni, che abbiamo il modo di assaggiare.
Optiamo infatti per una pizza, visti gli alti costi della cucina locale.
Fanno da coronamento i colori e le asperità di les Alpilles, che ispirarono anche la pittura di Van Gogh.
Ricoverato qui per un anno ci ha lasciato oggi in particolare la forza espressiva dell’autoritratto e la magia della notte stellata. Frutto amaro della degenza e della sofferenza.
Il chiostro romanico richiama l’idea del raccoglimento, ma ci inquieta la ricostruzione delle tecniche di cura per i malati mentali e l’esposizione degli strumenti relativi.
Ci godiamo alla fine il nostro soggiorno in una casa tipica della Provenza e la grande affabilità della famiglia che ci ospita. (M.A.)