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I fumetti sono entrati a far parte di diritto delle biblioteche di pubblica lettura, soprattutto nelle realtà sensibili alle relazioni con gli adolescenti e con i ragazzi.

Si tratta certo delle biblioteche più attente alle esigenze contingenti e ai segnali di cambiamento, mentre si ravvisa uno scarso interesse per i fondi storici da parte delle biblioteche di conservazione (ad eccezione del fondo Nerbini della biblioteca Marucelliana).

La grande lacuna è l’assenza di un centro del fumetto italiano che abbia come scopo la conservazione di tutto il materiale fumettaro e la sua valorizzazione ai fini della ricerca scientifica.

 

 

Un grande e funzionale centro di documentazione del fumetto partorito dalla proficua collaborazione di pubblico e privato (case produttrici e collezionisti di fumetto) con chiare finalità promozionali e culturali, dotato del diritto di deposito e provvisto di personale specializzato a imitazione di quanto già succede in alcuni paesi stranieri come Belgio e Francia. (Cuccolini, 1996, p.8).

 

Se negli ultimi dieci anni sono sorte realtà sporadiche sul territorio (il centro A.Pazienza di Cremona, la Fondazione Fossati di Milano, lo stesso fondo Sclavi, l’ambizioso Centro del Fumetto nato a Sassari nel 2000) la percezione è che si tratti di progetti focalizzati sulla dimensione locale, a discapito di una comunità d’intenti e di risorse.

La scelta dei fumetti e dei periodici è fortemente caratterizzata dalla natura di una raccolta, dagli obiettivi concreti e dalle risorse a disposizione. Il centro “A. Pazienza” di Cremona aveva scelto originariamente di privilegiare il fumetto d’autore (Moebius, Manara, Giardino, Pratt), a fronte di un’utenza di target medio alto e ad una disponibilità limitata di risorse. Attualmente il centro è in grado di acquistare tutte le novità con una scelta molto ampia (15.000 tra libri e riviste) e con una copertura abbastanza completa della produzione corrente.

Il direttore Michele Ginevra sottolinea la necessità della presenza di bibliotecari competenti per riuscire a far convivere fumetti popolari e d’autore.

 

E proprio la presenza di un bibliotecario competente può permettere che coesistano Il corriere dei ragazzi, Nathan Never, Maus… Zanardi, Sangue Navajo, Comicart. Occorre quindi una certa competenza di base, acquisibile leggendo tanto e senza prevenzioni, oppure ci si può rivolgere a consulenti (anche se nel campo del fumetto questa figura professionale è piuttosto rara)…

Il fumetto ha bisogno di un “porgitore”. Non essendo sponsorizzato dai grossi media , solitamente l’utente o scarta a priori i fumetti o accede alla biblioteca per trovare i personaggi o gli autori che già conosce.

C’è quindi una prateria aperta di possibilità che un bibliotecario intraprendente può offrire anche grazie ad una preparazione empirica acquisita tramite: consultazione cataloghi e riviste di settore, scambi d’opinione con utenti ed appassionati, lettura personale delle opere (Ginevra, 1996, p.34).

 

La nascita di una raccolta (circa 500 volumi) all’interno del Fondo Sclavi pone sicuramente degli interrogativi rispetto alla direzione da seguire.

Le scelte operate dovranno pertanto salvaguardare la peculiarità e i caratteri distintivi del fondo. Si presterà attenzione ai classici del fumetto, al fumetto d’autore e agli sviluppi del fumetto italiano, cercando di acquisire (oltre alle monografie sui personaggi) la rara saggistica in uscita. Si è già operata una scelta, prediligendo le monografie sui numeri delle riviste (ad esclusione del fumetto Dylan Dog). Una cernita legata alla scarsa disponibilità di spazi (richiesti invece dalle pubblicazioni mensili) e ai problemi di conservazione di tale materiale che per la sua fragilità richiederebbe la presenza di armadi chiusi e la pianificazione di costosi interventi di restauro.  

Ma è soprattutto importante il target a cui la biblioteca si rivolge per riuscire a definire una politica organica di acquisizioni e di promozione del settore.

 

Le opere a fumetti si articolano in tanti generi diversi. Sono ormai disponibili titoli per ogni tipo di pubblico, giovane e adulto, più o meno colto, femminile o maschile.

L’individuazione di un target specifico, senza che la scelta diventi troppo esclusiva, può essere una decisione opportuna, che può anche avere ricadute sulla gestione del servizio, sulla preparazione del personale e sull’allestimento della sezione stessa

(Ginevra, 2005, p.3).

 

Nel caso del fondo Sclavi, considerato che il pubblico lettore del Dylan Dog ha conosciuto un ricambio generazionale, è coerente con la raccolta pensare ad una promozione dello stesso presso il pubblico degli adolescenti e dei giovani adulti. La scelta dello spazio non si rivela del tutto felice e sacrificata alla necessità pratica di chiudere il fondo nell’eventualità di mancanza del personale. Certo meglio sarebbe stato dare una migliore visibilità al settore fumetto attraverso una segnaletica di richiamo e con l’utilizzo di una scenografia appropriata (ad es. maschere o sagome dai personaggi dei fumetti). L’appetibilità dei locali e degli arredi renderebbe meglio fruibile il fondo dai neofiti e dai non lettori, refrattari rispetto al libro tout court ma richiamati dal fumetto. Gli appassionati del genere potrebbero vivere il nuovo spazio come punto di aggregazione in cui condividere interessi o passioni comuni. Si verrebbe a creare attivando gli opportuni canali di comunicazione (stampa, sito web di comune e di sistema) un circuito di “esperti” e di lettori di fumetti, che farebbe da cassa di risonanza per il Fondo Sclavi e costituirebbe un gruppo di raffronto per la politica degli acquisti e per le iniziative di valorizzazione.

Le attività di promozione devono perseguire come primo obiettivo la visibilità della biblioteca e l’incremento della fruizione del fondo. Devono essere limitate pertanto le iniziative estemporanee (di corto respiro), a favore della dimensione progettuale. La conoscenza di protagonisti e di esperti del settore permetterebbe di attivare relazioni qualificate, a cui ricorrere in futuro per ulteriori fasi della progettazione. Lo stesso Sclavi in seno alla commissione biblioteca ha suggerito l’impostazione di un ciclo di incontri sul fumetto bonelliano, dallo sceneggiatore agli illustratori (Corrado Roi, l’illustratore di Dylan Dog, è varesotto per residenza) che consentirebbe un primo approccio con il mondo dei balloons.

La biblioteca intende ospitare in collaborazione con la scuola media una mostra sulla storia del fumetto italiano, con allegate tavole e didascalie, grazie al supporto del centro Andrea Pazienza. La mostra dovrà essere corredata del materiale cartaceo corrispondente, presentato ai ragazzi durante le visite guidate. Le modalità di promozione potrebbero comprendere anche allestimenti speciali e itineranti del fondo, un convegno sulle nuove tendenze del fumetto, mostre e performance di autori esordienti. Ma l’aspetto più attinente alla vocazione di una biblioteca è la produzione di bibliografie e pubblicazioni in proprio, collegate alla promozione del fondo e degli aspetti storici o innovativi del fumetto. Alcuni quaderni potrebbero costituire una testimonianza delle attività svolte e raccogliere dei percorsi di promozione. La biblioteca riuscirebbe in un certo senso a documentare la propria storia.

Il fumetto ha inoltre un interessante aspetto ludico e creativo, che potrebbe essere proposto alle classi della scuola elementare e media. E’ infatti un potente mezzo comunicativo, particolarmente adatto ai fini narrativi. I laboratori metteranno in luce la tecnica del fumetto : ideazione ed impostazione della storia, stesura dei dialoghi e della sceneggiatura, elaborazione grafica. Ideare ed impostare la storia significherà per i ragazzi pensare ai fatti che si vogliono raccontare, all’ambientazione, delineare i personaggi, la successione degli avvenimenti, i contenuti. La costruzione del fumetto comporterà l’esposizione finale del lavoro, soddisfacente al di là dei risultati raggiunti sul piano creativo ed esclusivamente in rapporto ad un percorso di crescita.

Grazie ad un contributo regionale, è stata realizzata la bibliografia “Dylan Dog indagatore dell’incubo” volta a promuovere il fondo librario presso le biblioteche della Provincia di Varese, attraverso il personaggio simbolo a cui è legato il nome di Tiziano Sclavi.

La bibliografia si articola in diverse sezioni, scandite secondo una gerarchia (dal generale al particolare) volta ad inserire Dylan Dog all’interno di un contesto culturale più ampio:

ü     la storia generale del fumetto

ü     Sergio Bonelli editore (l’editore che ha portato al successo Dylan Dog)

ü     i saggi critici sul fumetto specifico

ü     i saggi critici sulla figura dell’autore e sui più noti illustratori

ü     la contaminazione tra cinema e fumetto.

Il discrimine cronologico prefissato è il 1986, anno di pubblicazione del primo numero di cui si celebra in concomitanza il ventennale. La tipologia dei documenti comprende monografie e citazioni di articoli di periodici, ma anche la descrizione di una risorsa elettronica (il sito della Sergio Bonelli editore) ricca di riferimenti alla genesi del personaggio e alla distribuzione editoriale. Il nucleo di base è costituito dalle citazioni contenute nel volume Dylan Dog di Tiziano Sclavi. Presentato da Sergio Cofferati. Note e bibliografia a cura di Luigi Codazzi, Milano: Rizzoli, 2000, che comprende anche lo spoglio delle riviste “Fumo di China” e “Fumetti d’Italia”. Si è proceduto alla integrazione della bibliografia e alla stesura della sezione relativa alla storia del fumetto, attraverso la consultazione della BNI, del catalogo collettivo della Provincia di Varese, di Alice o catalogo dei libri in commercio. La convalida dei testi selezionati (a volte privi della indicazione del nome proprio dell’autore) è avvenuta sulla BNI, direttamente sui testi del fondo Sclavi e attraverso il confronto con una biblioteca specialistica come il “Centro del fumetto Andrea Pazienza” di Cremona, per le pubblicazioni curate dal Centro e non presenti in BNI.

E’ stata inoltre richiesta al Centro una verifica e uno spoglio degli articoli comparsi sulla rivista “Schizzo”, edita a cura dello stesso. La citazione bibliografica è essenziale (autore, titolo, luogo di edizione, editore, anno), con l’adozione della punteggiatura ISBD tra luogo di edizione ed editore. La descrizione è priva di abstract, ma presenta alcune segnalazioni che completano la notizia bibliografica: aggiunta di una bibliografia, di un’intervista all’autore, di materiale iconografico legato al fumetto. Queste segnalazioni servono per fornire alcuni spunti al lettore e per rendere le pubblicazioni più eloquenti rispetto all’ossatura sintetica della descrizione[1]. Questo primo strumento di promozione è stato corredato da una descrizione essenziale delle caratteristiche del fondo, con il riferimento ad alcuni dati anagrafici: localizzazione, personale di riferimento, orari di apertura. L’informazione sull’esistente è infatti preludio ad ogni forma di promozione, fornita nel caso del fondo Sclavi sia nell’ambito bibliotecario che in quello delle istituzioni che si occupano di fumetto, in particolare presso il centro Andrea Pazienza di Cremona e la Fondazione Fossati di Milano. Un passo ulteriore sarà quello della conoscenza reciproca e dello scambio di informazioni rispetto alle iniziative e alle pubblicazioni sul fumetto. Un aspetto sicuramente non trascurabile riguarda infatti gli enti suddetti come editori e promotori.

 

Fonte: Adotti, M. Valorizzazione di una collezione speciale : il Fondo Sclavi presso la biblioteca comunale di Venegono Superiore, Università degli studi di Pavia, 2005-2006

 

 


[1] La bibliografia nella sua struttura e nella verifica della correttezza delle citazioni ha avuto la supervisione in ambito universitario della prof.ssaGianna Del Bono; la bibliografia è stata curata da Marina Adotti e, per il rapporto cinema e fumetto, da Barbara Gaudio.

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