Quando la storia dell'architettura incontra la storia sociale: la chiesa di San Bartolomeo al Bosco di Appiano Gentile venne edificata nel XII secolo e fu abitata da diversi canonici; successivamente, vicino all'edificio, sorse anche un piccolo ospedale.
Si sa inoltre che un tale Guglielmo Boltraffio donò diversi fondi al prevosto e ai canonici di San Bartolomeo affinché potesse sorgere adiacente alla chiesa un piccolo ospedale e si distribuissero elemosine ai poveri.
Successivamente, dopo la lotta tra i Comuni e l'Imperatore, il territorio diventò proprietà dei Visconti, e San Bartolomeo venne donato dall'arcivescovo Ottone Visconti al Capitolo del Duomo di Milano. Nel 1470 il Capitolo del Duomo cedette la località alla famiglia Pusterla pur mantenendone il diretto dominio fino al 1799. Nel 1760 ai Pusterla si sostituirono via via proprietari diversi.
L'Urna di Walperto Presso il Museo Archeologico di Milano si trova un blocco di marmo proviene proprio dalla canonica di San Bartolomeo al Bosco,comunemente noto come Urna di Walperto (I-II secolo d.C.) da un'iscrizione che compare "Walpertus subdiaconus fieri iussit". La lavorazione del blocco di marmo rende difficile l'identificazione del suo utilizzo. È infatti lavorato all'esterno su tre lati con soggetti marini, mentre il quarto lato è lasciato allo stato grezzo.
All'interno sono state scavate quattro vasche cilindriche angolari, collegate tra loro attraverso condotti che fanno defluire un eventuale liquido all'esterno. Circa l'utilizzo originale dell'urna, molti studiosi si sono affaticati, ipotizzando un abbeveratoio, un'urna cineraria, appunto un' acquasantiera o una fonte battesimale, per battesimo da infusione.
Matteo Bollini
Fonte: "Artevarese", http://www.artevarese.com/av/view/news.php?sys_tab=20015&sys_docid=8673&sjl=1 2012-09-06