La funicolare porta al santuario della Vergine protettrice dei pescatori, le mogli oggi si affacciano sui vicoli e affittano le stanze ai turisti.
Le spiagge a nord di Lisbona, sconfinate e selvagge, emergono anche d’estate da una sorta di nebbia.

Ci si può bagnare là dove il mare si rifugia in qualche caletta.
Basta qualche passo, e ci si ritrova signori del bagnasciuga.
Il Mediterraneo sarà male caldo e mondanità dell’Algarve, ma l’Oceano incarna ancora la forza della natura e l’umana fragilità.
Sulle colline soggiorniamo in un agriturismo, le imposte richiamano l’azzurro degli azulejos.
Banchettiamo a base di pomodori e peperoni locali.
Il gommone appare soccombere alla forza delle onde. L’attracco è più dolce.
Il percorso in costa sembra disturbare la brulla oasi dei gabbiani.
La salinità del mare ci sferza il viso e sottrae lo sguardo che indugia ad esplorare.
Scendiamo lungo l’erto sentiero che sfiora le grotte e conduce al mare. Qui è possibile bagnarsi e raggiungere il forte che presidia l’isola.
All’interno è stato ricavato un ostello, esperienza per giovani spiriti.
Una manciata di case e una piazzola per il campeggio quello che offre la ricettività.
In un periodo molto limitato dell’anno. Così come la nostra gita chiude questa bella giornata agostana.
Al ritorno arroz de mariscos e una serata all’insegna della malinconia del fado (M.A.)