DIES IRAE di Carl Theodor Dreyer

Danimarca, XVII secolo. Tempo di caccia alle streghe. Una di esse, condannata al rogo, chiede inutilmente di essere salvata dal pastore protestante del villaggio. Egli vive con la madre e la giovane sposa. La casa è semplice, sobria, pochi mobili e suppellettili, grigi come l'atmosfera generale. La madre ha una forte avversione verso la nuora e presagisce gravi sciagure.

Torna il figlio nato dal primo matrimonio. I due giovani si innamorano e vivono un periodo di intensa passione. Il vecchio muore accidentalmente. L'ovvio epilogo è la condanna al rogo della giovane accusata di aver provocato la disgrazia. La pavidità dell'amante accresce la colpa.

Un piano sequenza quasi continuo; lo scorrere del tempo è scandito da un lento movimento orizzontale nella grande stanza in cui si svolgevano gli avvenimenti . E' il passo della Storia (Il film fu girato nel 1943 durante l'occupazione nazista). Volti drammatici,tutto è plumbeo, pochi primi piani, poche parole, il gran silenzio imposto dalla vecchia madre è rotto solo dal sommesso canto della nuora incurante della costrizione.

Caccia alle streghe, colpe non individuali, c'è sempre il legame con i parenti e qui il legame con il periodo storico rivela le vicissitudini delle colpe collettive: gruppo, classe, religione. Serve rimarcare il male da estirpare. I puri contro gli impuri. (Paolo D.)

Chiedete nel Fondo Sclavi della biblioteca di Venegono Superiore il testo:

Tone, Pier Giorgio     Carl Theodor Dreyer, La Nuova Italia, 1978