Mauro Gervasini
Morte in diretta. Il cinema di George A.Romero.
Alessandria, Falsopiano, 1998
IL NUOVO CINEMA HORROR NASCE NEL 1968, L'ANNO DEL CAPOLAVORO "LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI" DI GEORGE A.ROMERO
Testo con filmografia, sceneggiature e bibliografia
Presente nel Fondo Sclavi della biblioteca di Venegono Superiore
Il libro è un viaggio nonviolento in 120 anni di rappresentazione del pugilato nel cinema, dall'epoca del muto ai giorni nostri. Un percorso che incrocia i generi cinematografici (il comico e la commedia, il musical e il melò, il gangster-movie e il noir), si contamina con il fumetto, racconta su grande schermo le vite di personaggi sportivi del calibro di Carnera, Graziano, La Motta e Alì.
Hitchcock, Chaplin, Keaton, Walsh, Robson, Wise, Scorsese, Hill, Eastwood, Howard, Mann sono solo alcuni dei grandi cineasti che hanno visto nella boxe simbologie e componenti drammaturgiche sufficienti a rendere ogni racconto metafora della vita.
La recensione del libro:
http://www.cinequanon.it/corpo-da-ring-la-boxe-immaginata-dal-cinema/
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
E' stato pubblicato il libro scritto dal regista Alessandro Leone:
Corpo da ring - la boxe immaginata dal cinema
Edito da Falsopiano, è disponibile un'anteprima (introduzione e capitolo 1)
sulla homepage della casa editrice, dove è possibile trovare altri dettagli:
Cos’è il cinema fantasy se non una sovrapposizione di realismo e favola? E’ difficile fornire una definizione complessiva del genere, che si è sempre caratterizzato per mescolarne diversi sia in letteratura che nel cinema.
Il fantasy ha successo negli Stati Uniti perché amplifica e dà voce al grande sogno americano, l’uscita dalla depressione e la ripresa dopo la guerra. L’immaginario si popola così di angeli che si pongono come intermediari, di buoni sentimenti e di un paradiso che può attendere.
Le storie si avvalgono spesso della forma del musical; il fantastico ne viene trasfigurato attraverso lo strumento delle coreografie .
Un racconto fantastico come “Il mago di Oz” di Fleming (1939) viene ora riportato sugli schermi, presenta per scelta l’alternanza di due tonalità: il bianco e nero per indicare la realtà e il colore la dimensione del sogno.