- Temeva che la vergogna gli sarebbe sopravvissuta. La vergogna, non la colpa. La differenza è grande. L'effetto e non la causa?
- Arbasino dov'è finito? Immagino sia grave. I suoi ricordi d'arte, di teatro. L'enunciazione fitta di nomi, a molti sconosciuti; come "la pioggia nel pineto" gocce, gocce, gocce fitte, inutile rincorrerle e catturarle. Tutte uguali e tutte diverse. Catturarle? Osservarle, immergersi.
- L'ultimo Doge, Bruno Visentini; appena sposato fu incarcerato come antifascista. Disse il questore: "chi glielo fa fare, e con una moglie così bella". All'uscita il 25 aprile grande discorso pubblico: "Finalmente pane e fica per tutti". Questa è stata per più di mille anni La Serenissima. Commerci, battaglie navali, ricchezza e potere. Poi ha saputo trasformarsi in saggezza "terziaria". Goldoni è il prodotto turistico. La pittura del '700 quel piccolo quadro di Guardi al Poldi Pezzoli. Emanazione di antichi splendori, melanconia di giorni alti.
-Il mare in Pavese, in Fenoglio. Dalle colline bisogna guardare verso la pianura nebbiosa e sfuocata. Melville e Conrad onnipresenti. "Una questione privata" percorso nei marosi, fatica e desiderio. Pavese è mare ovunque la lettura scandita dal ritmo "alessandrino" parole omeriche. C'era allora la traduzione solenne di E. Romagnoli.
- Città del mondo. New York. La prima volta molto prima di Soldati, Cecchi, Piovene, una cartolina d'un amico di papà: "Il ponte di Brooklyn"; i grandi ponti americani, grattacieli orizzontali. Città dalle mille torri, unica, caput mundi. Ponte ideale per l'Europa, dall'alto buttare lo sguardo oltre l'Atlantico, ricerca di un legame paterno - filiale - parentale - universale. C'è la N.Y. di Woody Allen ebraica e miscredente, profetica e balbuziente.
- Franco e Maria Rosa vanno in vacanza in Calabria. "Restate fino a quando?" "Fino alla fine della vendemmia." C'è ancora un filo di continuità col mondo contadino.
- Venezia, Venezia! Come ha fatto a nascere a crescere a prosperare. Partendo da quell'umore popolare ciarliero, intrigante, pettegolo. il pettegolezzo portato al massimo dell'informazione, una sorte di "grande fratello" capillare, una catena di comunicazione che permetteva d'avere la funzione del cannocchiale per i commercianti olandesi e strumento umano che più della tecnica portava conoscenza. Un centro di raccolta dati depurava e selezionava. Sarà pur vero che la "Storia" come diceva Malaparte è un errore di sintassi ma a forza di solecismi nascono ricchezze e imperi. Credi che tutta la "Storia" sia un accumulo di grandi pettegolezzi senza i quali il susseguirsi di lotte guerre delitti umani sarebbe una solenne "corazzata Potiemkin". Tutta la "narrazione" ha lo scopo di celebrare, ricordare, esaltare, generare (compito della letteratura è prolificare, un immenso condom che frena l'insostenibile aumento dell'umanità). Le memorie di Casanova sono la storia di Venezia, vittorie e sconfitte, usando lo strumento caro ai Veneziani, senza veli ed eufemismi, il sesso praticato esaltato. Laici e liberi trafficanti, senza peccato e molta gloria.
- Ma in quante scuole nostre si fa leggere la 1.a novella di Boccaccio, la 1.a del Decamerone?
- Rohmer. Solo in Francia, illuminista razionale, espressione dell'esprit sia geometrico che di finesse, poteva sorgere un caso simile. Storie semplici, intrecci lineari eleganza di popolarità signorile, sfumature di drammi. L'ironia, l'arguzia sono onnipresenti. Woody Allen? Rohmer non deve dimostrare niente, W.A. tutto invece, deve essere per forza umoristico, frizzante, capriccioso. Più Pascal che Voltaire è Rohmer. Eccezionale nell'assenza, sottrae ogli tentativo di romanticismo, crudeltà, esibizione verbale (quindi di megalomane presenza). Uno svolgersi pacato, sereno anche nelle piccole avversità. E "La Marchesa von O." sembra un incidente della "Storia"vista nella complessità dello scorrere quotidiano.
- Erotismo. Chiesi: erotismo e misticismo?
- Barry Lyndon di Kubrik. Erotismo degli sguardi. Luci di candele giallo-rossastre. Occhi fissi sull'altro a distanza non ravvicinata, a tavola. Anche Visconti in "Ossessione" esibiva una Clara Calamai mai così bella e erotica. Qui però dominava il desiderio, l'immediato. Là in Kubrik, la tensione prolungata dell'immobilità, posticipare l'evento, l'erotismo vero. Poi in lui c'è la visione della Storia. Come? Distaccando e allontanandosi per una visione d'assieme.
- Diceva l'amico Federico Bini: Poveri sì, onesti mai.
- La Tana di Kafka con i fini e intricati disegni di Wols. Il tormentato e il perseguitato.
- Vedo in un film serale una deliziosa bimbetta dire al papà: andiamo dappertutto! Come la mia nipotina Marina tanti anni fa. "Marina dove andiamo?" "Andiamo dappertutto." Capita spesso di incontrare papà con una figlioletta, manina nella mano. Mi prende una grande malinconia di tanti anni fa.- Un taglio perfetto, un Fontana.
- Temeva che la vergogna gli sarebbe sopravvissuta. La vergogna, non la colpa. La differenza è grande. L'effetto e non la causa?
- Arbasino dov'è finito? Immagino sia grave. I suoi ricordi d'arte, di teatro. L'enunciazione fitta di nomi, a molti sconosciuti; come "la pioggia nel pineto" gocce, gocce, gocce fitte, inutile rincorrerle e catturarle. Tutte uguali e tutte diverse. Catturarle? Osservarle, immergersi.
- L'ultimo Doge, Bruno Visentini; appena sposato fu incarcerato come antifascista. Disse il questore: "chi glielo fa fare, e con una moglie così bella". All'uscita il 25 aprile grande discorso pubblico: "Finalmente pane e fica per tutti". Questa è stata per più di mille anni La Serenissima. Commerci, battaglie navali, ricchezza e potere. Poi ha saputo trasformarsi in saggezza "terziaria". Goldoni è il prodotto turistico. La pittura del '700 quel piccolo quadro di Guardi al Poldi Pezzoli. Emanazione di antichi splendori, melanconia di giorni alti.
-Il mare in Pavesef, in Fenoglio. Dalle colline bisogna guardare verso la pianura nebbiosa e sfuocata. Melville e Conrad onnipresenti. "Una questione privata" percorso nei marosi, fatica e desiderio. Pavese è mare ovunque la lettura scandita dal ritmo "alessandrino" parole omeriche. C'era allora la traduzione solenne di E. Romagnoli.
- Città del mondo. New York. La prima volta molto prima di Soldati, Cecchi, Piovene, una cartolina d'un amico di papà: "Il ponte di Brooklyn"; i grandi ponti americani, grattacieli orizzontali. Città dalle mille torri, unica, caput mundi. Ponte ideale per l'Europa, dall'alto buttare lo sguardo oltre l'Atlantico, ricerca di un legame paterno - filiale - parentale - universale. C'è la N.Y. di Woody Allen ebraica e miscredente, profetica e balbuziente.
- Franco e Maria Rosa vanno in vacanza in Calabria. "Restate fino a quando?" "Fino alla fine della vendemmia." C'è ancora un filo di continuità col mondo contadino.
- Venezia, Venezia! Come ha fatto a nascere a crescere a prosperare. Partendo da quell'umore popolare ciarliero, intrigante, pettegolo. il pettegolezzo portato al massimo dell'informazione, una sorte di "grande fratello" capillare, una catena di comunicazione che permetteva d'avere la funzione del cannocchiale per i commercianti olandesi e strumento umano che più della tecnica portava conoscenza. Un centro di raccolta dati depurava e selezionava. Sarà pur vero che la "Storia" come diceva Malaparte è un errore di sintassi ma a forza di solecismi nascono ricchezze e imperi. Credi che tutta la "Storia" sia un accumulo di grandi pettegolezzi senza i quali il susseguirsi di lotte guerre delitti umani sarebbe una solenne "corazzata Potiemkin". Tutta la "narrazione" ha lo scopo di celebrare, ricordare, esaltare, generare (compito della letteratura è prolificare, un immenso condom che frena l'insostenibile aumento dell'umanità). Le memorie di Casanova sono la storia di Venezia, vittorie e sconfitte, usando lo strumento caro ai Veneziani, senza veli ed eufemismi, il sesso praticato esaltato. Laici e liberi trafficanti, senza peccato e molta gloria.
- Ma in quante scuole nostre si fa leggere la 1.a novella di Boccaccio, la 1.a del Decamerone?
- Rohmer. Solo in Francia, illuminista razionale, espressione dell'esprit sia geometrico che di finesse, poteva sorgere un caso simile. Storie semplici, intrecci lineari eleganza di popolarità signorile, sfumature di drammi. L'ironia, l'arguzia sono onnipresenti. Woody Allen? Rohmer non deve dimostrare niente, W.A. tutto invece, deve essere per forza umoristico, frizzante, capriccioso. Più Pascal che Voltaire è Rohmer. Eccezionale nell'assenza, sottrae ogli tentativo di romanticismo, crudeltà, esibizione verbale (quindi di megalomane presenza). Uno svolgersi pacato, sereno anche nelle piccole avversità. E "La Marchesa von O." sembra un incidente della "Storia"vista nella complessità dello scorrere quotidiano.
- Erotismo. Chiesi: erotismo e misticismo?
- Barry Lyndon di Kubrik. Erotismo degli sguardi. Luci di candele giallo-rossastre. Occhi fissi sull'altro a distanza non ravvicinata, a tavola. Anche Visconti in "Ossessione" esibiva una Clara Calamai mai così bella e erotica. Qui però dominava il desiderio, l'immediato. Là in Kubrik, la tensione prolungata dell'immobilità, posticipare l'evento, l'erotismo vero. Poi in lui c'è la visione della Storia. Come? Distaccando e allontanandosi per una visione d'assieme.
- Diceva l'amico Federico Bini: Poveri sì, onesti mai.
- La Tana di Kafka con i fini e intricati disegni di Wols. Il tormentato e il perseguitato.
- Vedo in un film serale una deliziosa bimbetta dire al papà: andiamo dappertutto! Come la mia nipotina Marina tanti anni fa. "Marina dove andiamo?" "Andiamo dappertutto." Capita spesso di incontrare papà con una figlioletta, manina nella mano. Mi prende una grande malinconia di tanti anni fa.- Un taglio perfetto, un Fontana.
- Temeva che la vergogna gli sarebbe sopravvissuta. La vergogna, non la colpa. La differenza è grande. L'effetto e non la causa?
- Arbasino dov'è finito? Immagino sia grave. I suoi ricordi d'arte, di teatro. L'enunciazione fitta di nomi, a molti sconosciuti; come "la pioggia nel pineto" gocce, gocce, gocce fitte, inutile rincorrerle e catturarle. Tutte uguali e tutte diverse. Catturarle? Osservarle, immergersi.
- L'ultimo Doge, Bruno Visentini; appena sposato fu incarcerato come antifascista. Disse il questore: "chi glielo fa fare, e con una moglie così bella". All'uscita il 25 aprile grande discorso pubblico: "Finalmente pane e fica per tutti". Questa è stata per più di mille anni La Serenissima. Commerci, battaglie navali, ricchezza e potere. Poi ha saputo trasformarsi in saggezza "terziaria". Goldoni è il prodotto turistico. La pittura del '700 quel piccolo quadro di Guardi al Poldi Pezzoli. Emanazione di antichi splendori, melanconia di giorni alti.
-Il mare in Pavesef, in Fenoglio. Dalle colline bisogna guardare verso la pianura nebbiosa e sfuocata. Melville e Conrad onnipresenti. "Una questione privata" percorso nei marosi, fatica e desiderio. Pavese è mare ovunque la lettura scandita dal ritmo "alessandrino" parole omeriche. C'era allora la traduzione solenne di E. Romagnoli.
- Città del mondo. New York. La prima volta molto prima di Soldati, Cecchi, Piovene, una cartolina d'un amico di papà: "Il ponte di Brooklyn"; i grandi ponti americani, grattacieli orizzontali. Città dalle mille torri, unica, caput mundi. Ponte ideale per l'Europa, dall'alto buttare lo sguardo oltre l'Atlantico, ricerca di un legame paterno - filiale - parentale - universale. C'è la N.Y. di Woody Allen ebraica e miscredente, profetica e balbuziente.
- Franco e Maria Rosa vanno in vacanza in Calabria. "Restate fino a quando?" "Fino alla fine della vendemmia." C'è ancora un filo di continuità col mondo contadino.
- Venezia, Venezia! Come ha fatto a nascere a crescere a prosperare. Partendo da quell'umore popolare ciarliero, intrigante, pettegolo. il pettegolezzo portato al massimo dell'informazione, una sorte di "grande fratello" capillare, una catena di comunicazione che permetteva d'avere la funzione del cannocchiale per i commercianti olandesi e strumento umano che più della tecnica portava conoscenza. Un centro di raccolta dati depurava e selezionava. Sarà pur vero che la "Storia" come diceva Malaparte è un errore di sintassi ma a forza di solecismi nascono ricchezze e imperi. Credi che tutta la "Storia" sia un accumulo di grandi pettegolezzi senza i quali il susseguirsi di lotte guerre delitti umani sarebbe una solenne "corazzata Potiemkin". Tutta la "narrazione" ha lo scopo di celebrare, ricordare, esaltare, generare (compito della letteratura è prolificare, un immenso condom che frena l'insostenibile aumento dell'umanità). Le memorie di Casanova sono la storia di Venezia, vittorie e sconfitte, usando lo strumento caro ai Veneziani, senza veli ed eufemismi, il sesso praticato esaltato. Laici e liberi trafficanti, senza peccato e molta gloria.
- Ma in quante scuole nostre si fa leggere la 1.a novella di Boccaccio, la 1.a del Decamerone?
- Rohmer. Solo in Francia, illuminista razionale, espressione dell'esprit sia geometrico che di finesse, poteva sorgere un caso simile. Storie semplici, intrecci lineari eleganza di popolarità signorile, sfumature di drammi. L'ironia, l'arguzia sono onnipresenti. Woody Allen? Rohmer non deve dimostrare niente, W.A. tutto invece, deve essere per forza umoristico, frizzante, capriccioso. Più Pascal che Voltaire è Rohmer. Eccezionale nell'assenza, sottrae ogli tentativo di romanticismo, crudeltà, esibizione verbale (quindi di megalomane presenza). Uno svolgersi pacato, sereno anche nelle piccole avversità. E "La Marchesa von O." sembra un incidente della "Storia"vista nella complessità dello scorrere quotidiano.
- Erotismo. Chiesi: erotismo e misticismo?
- Barry Lyndon di Kubrik. Erotismo degli sguardi. Luci di candele giallo-rossastre. Occhi fissi sull'altro a distanza non ravvicinata, a tavola. Anche Visconti in "Ossessione" esibiva una Clara Calamai mai così bella e erotica. Qui però dominava il desiderio, l'immediato. Là in Kubrik, la tensione prolungata dell'immobilità, posticipare l'evento, l'erotismo vero. Poi in lui c'è la visione della Storia. Come? Distaccando e allontanandosi per una visione d'assieme.
- Diceva l'amico Federico Bini: Poveri sì, onesti mai.
- La Tana di Kafka con i fini e intricati disegni di Wols. Il tormentato e il perseguitato.
- Vedo in un film serale una deliziosa bimbetta dire al papà: andiamo dappertutto! Come la mia nipotina Marina tanti anni fa. "Marina dove andiamo?" "Andiamo dappertutto." Capita spesso di incontrare papà con una figlioletta, manina nella mano. Mi prende una grande malinconia di tanti anni fa.- Un taglio perfetto, un Fontana.
- Temeva che la vergogna gli sarebbe sopravvissuta. La vergogna, non la colpa. La differenza è grande. L'effetto e non la causa?
- Arbasino dov'è finito? Immagino sia grave. I suoi ricordi d'arte, di teatro. L'enunciazione fitta di nomi, a molti sconosciuti; come "la pioggia nel pineto" gocce, gocce, gocce fitte, inutile rincorrerle e catturarle. Tutte uguali e tutte diverse. Catturarle? Osservarle, immergersi.
- L'ultimo Doge, Bruno Visentini; appena sposato fu incarcerato come antifascista. Disse il questore: "chi glielo fa fare, e con una moglie così bella". All'uscita il 25 aprile grande discorso pubblico: "Finalmente pane e fica per tutti". Questa è stata per più di mille anni La Serenissima. Commerci, battaglie navali, ricchezza e potere. Poi ha saputo trasformarsi in saggezza "terziaria". Goldoni è il prodotto turistico. La pittura del '700 quel piccolo quadro di Guardi al Poldi Pezzoli. Emanazione di antichi splendori, melanconia di giorni alti.
-Il mare in Pavesef, in Fenoglio. Dalle colline bisogna guardare verso la pianura nebbiosa e sfuocata. Melville e Conrad onnipresenti. "Una questione privata" percorso nei marosi, fatica e desiderio. Pavese è mare ovunque la lettura scandita dal ritmo "alessandrino" parole omeriche. C'era allora la traduzione solenne di E. Romagnoli.
- Città del mondo. New York. La prima volta molto prima di Soldati, Cecchi, Piovene, una cartolina d'un amico di papà: "Il ponte di Brooklyn"; i grandi ponti americani, grattacieli orizzontali. Città dalle mille torri, unica, caput mundi. Ponte ideale per l'Europa, dall'alto buttare lo sguardo oltre l'Atlantico, ricerca di un legame paterno - filiale - parentale - universale. C'è la N.Y. di Woody Allen ebraica e miscredente, profetica e balbuziente.
- Franco e Maria Rosa vanno in vacanza in Calabria. "Restate fino a quando?" "Fino alla fine della vendemmia." C'è ancora un filo di continuità col mondo contadino.
- Venezia, Venezia! Come ha fatto a nascere a crescere a prosperare. Partendo da quell'umore popolare ciarliero, intrigante, pettegolo. il pettegolezzo portato al massimo dell'informazione, una sorte di "grande fratello" capillare, una catena di comunicazione che permetteva d'avere la funzione del cannocchiale per i commercianti olandesi e strumento umano che più della tecnica portava conoscenza. Un centro di raccolta dati depurava e selezionava. Sarà pur vero che la "Storia" come diceva Malaparte è un errore di sintassi ma a forza di solecismi nascono ricchezze e imperi. Credi che tutta la "Storia" sia un accumulo di grandi pettegolezzi senza i quali il susseguirsi di lotte guerre delitti umani sarebbe una solenne "corazzata Potiemkin". Tutta la "narrazione" ha lo scopo di celebrare, ricordare, esaltare, generare (compito della letteratura è prolificare, un immenso condom che frena l'insostenibile aumento dell'umanità). Le memorie di Casanova sono la storia di Venezia, vittorie e sconfitte, usando lo strumento caro ai Veneziani, senza veli ed eufemismi, il sesso praticato esaltato. Laici e liberi trafficanti, senza peccato e molta gloria.
- Ma in quante scuole nostre si fa leggere la 1.a novella di Boccaccio, la 1.a del Decamerone?
- Rohmer. Solo in Francia, illuminista razionale, espressione dell'esprit sia geometrico che di finesse, poteva sorgere un caso simile. Storie semplici, intrecci lineari eleganza di popolarità signorile, sfumature di drammi. L'ironia, l'arguzia sono onnipresenti. Woody Allen? Rohmer non deve dimostrare niente, W.A. tutto invece, deve essere per forza umoristico, frizzante, capriccioso. Più Pascal che Voltaire è Rohmer. Eccezionale nell'assenza, sottrae ogli tentativo di romanticismo, crudeltà, esibizione verbale (quindi di megalomane presenza). Uno svolgersi pacato, sereno anche nelle piccole avversità. E "La Marchesa von O." sembra un incidente della "Storia"vista nella complessità dello scorrere quotidiano.
- Erotismo. Chiesi: erotismo e misticismo?
- Barry Lyndon di Kubrik. Erotismo degli sguardi. Luci di candele giallo-rossastre. Occhi fissi sull'altro a distanza non ravvicinata, a tavola. Anche Visconti in "Ossessione" esibiva una Clara Calamai mai così bella e erotica. Qui però dominava il desiderio, l'immediato. Là in Kubrik, la tensione prolungata dell'immobilità, posticipare l'evento, l'erotismo vero. Poi in lui c'è la visione della Storia. Come? Distaccando e allontanandosi per una visione d'assieme.
- Diceva l'amico Federico Bini: Poveri sì, onesti mai.
- La Tana di Kafka con i fini e intricati disegni di Wols. Il tormentato e il perseguitato.
- Vedo in un film serale una deliziosa bimbetta dire al papà: andiamo dappertutto! Come la mia nipotina Marina tanti anni fa. "Marina dove andiamo?" "Andiamo dappertutto." Capita spesso di incontrare papà con una figlioletta, manina nella mano. Mi prende una grande malinconia di tanti anni fa.- Un taglio perfetto, un Fontana.
- Temeva che la vergogna gli sarebbe sopravvissuta. La vergogna, non la colpa. La differenza è grande. L'effetto e non la causa?
- Arbasino dov'è finito? Immagino sia grave. I suoi ricordi d'arte, di teatro. L'enunciazione fitta di nomi, a molti sconosciuti; come "la pioggia nel pineto" gocce, gocce, gocce fitte, inutile rincorrerle e catturarle. Tutte uguali e tutte diverse. Catturarle? Osservarle, immergersi.
- L'ultimo Doge, Bruno Visentini; appena sposato fu incarcerato come antifascista. Disse il questore: "chi glielo fa fare, e con una moglie così bella". All'uscita il 25 aprile grande discorso pubblico: "Finalmente pane e fica per tutti". Questa è stata per più di mille anni La Serenissima. Commerci, battaglie navali, ricchezza e potere. Poi ha saputo trasformarsi in saggezza "terziaria". Goldoni è il prodotto turistico. La pittura del '700 quel piccolo quadro di Guardi al Poldi Pezzoli. Emanazione di antichi splendori, melanconia di giorni alti.
-Il mare in Pavesef, in Fenoglio. Dalle colline bisogna guardare verso la pianura nebbiosa e sfuocata. Melville e Conrad onnipresenti. "Una questione privata" percorso nei marosi, fatica e desiderio. Pavese è mare ovunque la lettura scandita dal ritmo "alessandrino" parole omeriche. C'era allora la traduzione solenne di E. Romagnoli.
- Città del mondo. New York. La prima volta molto prima di Soldati, Cecchi, Piovene, una cartolina d'un amico di papà: "Il ponte di Brooklyn"; i grandi ponti americani, grattacieli orizzontali. Città dalle mille torri, unica, caput mundi. Ponte ideale per l'Europa, dall'alto buttare lo sguardo oltre l'Atlantico, ricerca di un legame paterno - filiale - parentale - universale. C'è la N.Y. di Woody Allen ebraica e miscredente, profetica e balbuziente.
- Franco e Maria Rosa vanno in vacanza in Calabria. "Restate fino a quando?" "Fino alla fine della vendemmia." C'è ancora un filo di continuità col mondo contadino.
- Venezia, Venezia! Come ha fatto a nascere a crescere a prosperare. Partendo da quell'umore popolare ciarliero, intrigante, pettegolo. il pettegolezzo portato al massimo dell'informazione, una sorte di "grande fratello" capillare, una catena di comunicazione che permetteva d'avere la funzione del cannocchiale per i commercianti olandesi e strumento umano che più della tecnica portava conoscenza. Un centro di raccolta dati depurava e selezionava. Sarà pur vero che la "Storia" come diceva Malaparte è un errore di sintassi ma a forza di solecismi nascono ricchezze e imperi. Credi che tutta la "Storia" sia un accumulo di grandi pettegolezzi senza i quali il susseguirsi di lotte guerre delitti umani sarebbe una solenne "corazzata Potiemkin". Tutta la "narrazione" ha lo scopo di celebrare, ricordare, esaltare, generare (compito della letteratura è prolificare, un immenso condom che frena l'insostenibile aumento dell'umanità). Le memorie di Casanova sono la storia di Venezia, vittorie e sconfitte, usando lo strumento caro ai Veneziani, senza veli ed eufemismi, il sesso praticato esaltato. Laici e liberi trafficanti, senza peccato e molta gloria.
- Ma in quante scuole nostre si fa leggere la 1.a novella di Boccaccio, la 1.a del Decamerone?
- Rohmer. Solo in Francia, illuminista razionale, espressione dell'esprit sia geometrico che di finesse, poteva sorgere un caso simile. Storie semplici, intrecci lineari eleganza di popolarità signorile, sfumature di drammi. L'ironia, l'arguzia sono onnipresenti. Woody Allen? Rohmer non deve dimostrare niente, W.A. tutto invece, deve essere per forza umoristico, frizzante, capriccioso. Più Pascal che Voltaire è Rohmer. Eccezionale nell'assenza, sottrae ogli tentativo di romanticismo, crudeltà, esibizione verbale (quindi di megalomane presenza). Uno svolgersi pacato, sereno anche nelle piccole avversità. E "La Marchesa von O." sembra un incidente della "Storia"vista nella complessità dello scorrere quotidiano.
- Erotismo. Chiesi: erotismo e misticismo?
- Barry Lyndon di Kubrik. Erotismo degli sguardi. Luci di candele giallo-rossastre. Occhi fissi sull'altro a distanza non ravvicinata, a tavola. Anche Visconti in "Ossessione" esibiva una Clara Calamai mai così bella e erotica. Qui però dominava il desiderio, l'immediato. Là in Kubrik, la tensione prolungata dell'immobilità, posticipare l'evento, l'erotismo vero. Poi in lui c'è la visione della Storia. Come? Distaccando e allontanandosi per una visione d'assieme.
- Diceva l'amico Federico Bini: Poveri sì, onesti mai.
- La Tana di Kafka con i fini e intricati disegni di Wols. Il tormentato e il perseguitato.
- Vedo in un film serale una deliziosa bimbetta dire al papà: andiamo dappertutto! Come la mia nipotina Marina tanti anni fa. "Marina dove andiamo?" "Andiamo dappertutto." Capita spesso di incontrare papà con una figlioletta, manina nella mano. Mi prende una grande malinconia di tanti anni fa.- Un taglio perfetto, un Fontana.
- Temeva che la vergogna gli sarebbe sopravvissuta. La vergogna, non la colpa. La differenza è grande. L'effetto e non la causa?
- Arbasino dov'è finito? Immagino sia grave. I suoi ricordi d'arte, di teatro. L'enunciazione fitta di nomi, a molti sconosciuti; come "la pioggia nel pineto" gocce, gocce, gocce fitte, inutile rincorrerle e catturarle. Tutte uguali e tutte diverse. Catturarle? Osservarle, immergersi.
- L'ultimo Doge, Bruno Visentini; appena sposato fu incarcerato come antifascista. Disse il questore: "chi glielo fa fare, e con una moglie così bella". All'uscita il 25 aprile grande discorso pubblico: "Finalmente pane e fica per tutti". Questa è stata per più di mille anni La Serenissima. Commerci, battaglie navali, ricchezza e potere. Poi ha saputo trasformarsi in saggezza "terziaria". Goldoni è il prodotto turistico. La pittura del '700 quel piccolo quadro di Guardi al Poldi Pezzoli. Emanazione di antichi splendori, melanconia di giorni alti.
-Il mare in Pavesef, in Fenoglio. Dalle colline bisogna guardare verso la pianura nebbiosa e sfuocata. Melville e Conrad onnipresenti. "Una questione privata" percorso nei marosi, fatica e desiderio. Pavese è mare ovunque la lettura scandita dal ritmo "alessandrino" parole omeriche. C'era allora la traduzione solenne di E. Romagnoli.
- Città del mondo. New York. La prima volta molto prima di Soldati, Cecchi, Piovene, una cartolina d'un amico di papà: "Il ponte di Brooklyn"; i grandi ponti americani, grattacieli orizzontali. Città dalle mille torri, unica, caput mundi. Ponte ideale per l'Europa, dall'alto buttare lo sguardo oltre l'Atlantico, ricerca di un legame paterno - filiale - parentale - universale. C'è la N.Y. di Woody Allen ebraica e miscredente, profetica e balbuziente.
- Franco e Maria Rosa vanno in vacanza in Calabria. "Restate fino a quando?" "Fino alla fine della vendemmia." C'è ancora un filo di continuità col mondo contadino.
- Venezia, Venezia! Come ha fatto a nascere a crescere a prosperare. Partendo da quell'umore popolare ciarliero, intrigante, pettegolo. il pettegolezzo portato al massimo dell'informazione, una sorte di "grande fratello" capillare, una catena di comunicazione che permetteva d'avere la funzione del cannocchiale per i commercianti olandesi e strumento umano che più della tecnica portava conoscenza. Un centro di raccolta dati depurava e selezionava. Sarà pur vero che la "Storia" come diceva Malaparte è un errore di sintassi ma a forza di solecismi nascono ricchezze e imperi. Credi che tutta la "Storia" sia un accumulo di grandi pettegolezzi senza i quali il susseguirsi di lotte guerre delitti umani sarebbe una solenne "corazzata Potiemkin". Tutta la "narrazione" ha lo scopo di celebrare, ricordare, esaltare, generare (compito della letteratura è prolificare, un immenso condom che frena l'insostenibile aumento dell'umanità). Le memorie di Casanova sono la storia di Venezia, vittorie e sconfitte, usando lo strumento caro ai Veneziani, senza veli ed eufemismi, il sesso praticato esaltato. Laici e liberi trafficanti, senza peccato e molta gloria.
- Ma in quante scuole nostre si fa leggere la 1.a novella di Boccaccio, la 1.a del Decamerone?
- Rohmer. Solo in Francia, illuminista razionale, espressione dell'esprit sia geometrico che di finesse, poteva sorgere un caso simile. Storie semplici, intrecci lineari eleganza di popolarità signorile, sfumature di drammi. L'ironia, l'arguzia sono onnipresenti. Woody Allen? Rohmer non deve dimostrare niente, W.A. tutto invece, deve essere per forza umoristico, frizzante, capriccioso. Più Pascal che Voltaire è Rohmer. Eccezionale nell'assenza, sottrae ogli tentativo di romanticismo, crudeltà, esibizione verbale (quindi di megalomane presenza). Uno svolgersi pacato, sereno anche nelle piccole avversità. E "La Marchesa von O." sembra un incidente della "Storia"vista nella complessità dello scorrere quotidiano.
- Erotismo. Chiesi: erotismo e misticismo?
- Barry Lyndon di Kubrik. Erotismo degli sguardi. Luci di candele giallo-rossastre. Occhi fissi sull'altro a distanza non ravvicinata, a tavola. Anche Visconti in "Ossessione" esibiva una Clara Calamai mai così bella e erotica. Qui però dominava il desiderio, l'immediato. Là in Kubrik, la tensione prolungata dell'immobilità, posticipare l'evento, l'erotismo vero. Poi in lui c'è la visione della Storia. Come? Distaccando e allontanandosi per una visione d'assieme.
- Diceva l'amico Federico Bini: Poveri sì, onesti mai.
- La Tana di Kafka con i fini e intricati disegni di Wols. Il tormentato e il perseguitato.
- Vedo in un film serale una deliziosa bimbetta dire al papà: andiamo dappertutto! Come la mia nipotina Marina tanti anni fa. "Marina dove andiamo?" "Andiamo dappertutto." Capita spesso di incontrare papà con una figlioletta, manina nella mano. Mi prende una grande malinconia di tanti anni fa.- Un taglio perfetto, un Fontana.
Paolo De Regibus