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la chimera

 

 

 

Vassalli riedita il suo testo 25 anni dopo. Un capolavoro indiscusso.

L’autore nella prefazione sottolinea come sia difficile parlare del presente, carico di rumore e vuoto di significato. Dà fiato quindi ad una vicenda ambientata nel Seicento mescolando realtà e finzione.

 

 

 

La microstoria ci aiuta a valutare la Macrostoria, attraverso gli atti di un processo e la lettura delle grida del periodo. Una Novara che cambia fisionomia in seguito alle scelte del podestà.

Il paese di Zardino nella bassa novarese emerge dalla memoria con il suo carico di umanità e pregiudizi.

Il falso prete, il pittore di edicole, il camminante. I lanzi di manzoniana memoria.

Figure del seicento ben delineate ed estreme che accompagnano la figura della strega di Zardino, l’esposta Antonia.

Antonia raffigurata come la Vergine del Soccorso per un’ispirazione considerata sacrilega.

Antonia che rifiuta il messaggio dei religiosi, l’idea di un’aldilà che non contempli già un inferno sulla terra.

Antonia che si accompagna a un anarchico delle campagne, in un sogno romantico ed ingenuo che presto svanirà nelle aule del Tribunale dell’Inquisizione.

Malattie e carestie, piene nefaste della Sesia, fumi insalubri delle risaie. Chi ne è responsabile tra cavilli burocratici e signorotti arroganti?

Tutto trova spiegazione nei malefici della strega, bruciata viva mentre la festa nel bel Paese è solo all’inizio….      

Vassalli si ripropone come il Manzoni del Novecento, con uno stile che mescola linguaggio alto e popolare, latinorum e immagini dal sapore barocco.

Senza dimenticare i turbamenti, le paure e i desideri sempre vivi di una ragazza adolescente. (M.A.)

 

Vassalli, Sebastiano  La chimera, RIzzoli, 2014

In appendice: Alcune considerazioni su questo romanzo dopo un quarto di secolo, aprile 2014

Per i processi nella nostra zona: Marcaccioli, A.  "Streghe e roghi nel ducato di Milano. Processi per stregoneria a Venegono Superiore nel 1520", Milano, Thelema, 2000. Con riferimenti a Binago e Monello.