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L’educazione alla lettura nella scuola media

La pedagogia della lettura si pone come obiettivo l’educazione alla lettura e concentra la sua attenzione su tre aspetti fondamentali: i testi come strumenti di conoscenza e di valori, l’allievo-attore come protagonista dell’atto del leggere, le strategie e le tecniche didattiche come modalità di interazione tra testo e lettore in relazione a scopi diversi. Di conseguenza si parla di didattica del testo o della lettura a seconda della centralità data ai testi e quindi all’analisi testuale, alle tecniche e strategie, o alla centralità data al lettore come attore e protagonista del progetto di lettura.

La strada per coltivare il piacere di leggere passa attraverso un approccio metodologico che determini in primo luogo un rapporto positivo con l’oggetto libro. E’ fondamentale il ruolo dell’adulto-lettore che trasmette il suo entusiasmo e la sua passione, estendendo il “virus” della lettura e facendo nascere il piacere di entrare nei libri.

Una forza trainante per motivare ed appassionare al testo è la condivisione del piacere della lettura tra alunni ed alunni e tra alunni ed insegnanti: guardare i libri attraverso i ragazzi, confrontarsi, consigliarsi scambievolmente su cosa leggere e su come leggere.

Il curricolo per la scuola media sottolinea proprio l’importanza della lettura consapevole e condivisa. “ [L’alunno] legge con interesse e con piacere testi letterari di vario tipo e comincia a manifestare gusti personali per quanto riguarda opere, autori e generi letterari, sui quali scambia opinioni con compagni ed insegnanti” (Curricolo, p.55)

Tra le attività didattiche si segnalano le esperienze del laboratorio di lettura, le letture animate, l’iniziativa un libro al mese. Tali esperienze si configurano come “canovacci”, adattabili a seconda dell’interesse mostrato dalla singole classi o dai gruppi di lettura.   

 

La lettura animata può essere un modo per avvicinare i ragazzi al libro privilegiando l’aspetto ludico, come avvenuto nell’ambito del laboratorio. La lettura espressiva e d’attore consente ai ragazzi di calarsi nella vicenda narrata, immedesimandosi in personaggi e situazioni. Il protagonista della scena cambia infatti intonazione, registro, ritmo mentre la storia prende corpo e vigore davanti agli ascoltatori. Il senso viene trasmesso oltre la barriera spesso insormontabile della parola scritta. I ragazzi sono posti tutti sullo stesso piano: generalmente anche gli allievi che hanno difficoltà di lettura riescono a cogliere il significato del testo e ad essere gratificati.

 

Il messaggio trasmesso è quello della lettura come momento di piacere personale; la gratuità dell’esperienza e l’assenza di una valutazione finale favoriscono inoltre lo scambio di impressioni all’interno della classe.

(M.A.)

Al centro del dibattito culturale recente si colloca la “morte del libro”. Molti sono convinti che quella post-moderna sarà una civiltà post-letterata, post-libraria dove i nuovi media sostituiranno la carta stampata.

Dall’ esame dei dati nazionali forniti dall’AIE, è emerso che nella realtà sociale italiana i  ragazzi non leggono o leggono poco per vari motivi tra i quali:

  • concorrenza dei codici non alfabetici, specialmente visivi che forniscono ormai tutte le informazioni necessarie per cui la lettura diventa noiosa ed inutile
  • difficoltà della scuola che non riesce ad insegnare a leggere, considerando la lettura un’attività spontanea che può essere appresa con la pratica
  • anche coloro che hanno i requisiti per accedere al libro, col passare del tempo non hanno più né motivo né voglia di leggere.

Nelle scuole elementari, il bambino ha voglia di leggere perché così riesce a diventare padrone della lingua scritta. Alle scuole medie i ragazzi che amano leggere spontaneamente in verità sono molto pochi.


La disaffezione rispetto alla lettura spontanea è la prima causa delle difficoltà dimostrate dai ragazzi sul piano cognitivo, difficoltà che si vanno accentuando nel corso dei tre anni della scuola media. Ogni tipo di testo appare infatti irto di ostacoli al non-lettore, che produrrà una lettura meccanica e non riuscirà a cogliere il significato pregnante delle parole scritte. Favorire quindi l’abitudine e la pratica della lettura vuol dire gettare le basi per una comprensione più consapevole e uno studio maggiormente efficace.  

Inoltre le abilità recettive, vale a dire l’ascolto e la lettura, appaiono fondanti rispetto a quelle produttive, il parlare e lo scrivere. In sostanza, il “saper leggere” produrrà anche un “saper parlare” ed un “saper scrivere”.

La lettura è infatti un’attività complessa che investe aree diverse, dal socio affettivo al cognitivo, al comunicativo; permette l’accesso al sapere, aiuta a sviluppare le capacità analitiche e critiche, ma anche il gusto estetico, il senso morale e presociale. Sollecita ed attiva tutte le potenzialità mentali, psicologiche, emotivo-relazionali e fantastiche della persona.

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