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PAULINE A' LA PLAGE  

-   1983   -   Eric Rohmer

Pauline at the Beach

Rohmer appartiene alla civiltà dei baci. Mai si era vista al cinema una così infinita serie di baci. Baci comuni, amichevoli, un saluto che pare ovvio, da noi poco usato. Un rituale dolce e piacevole, naturale, primitivo e d'alta civiltà. Un comportamento d'una società sicura e stabile, con leggi vere e seguite. Rohmer racconta storie semplici, banali che sono il frutto di una grande letteratura. Che genera l'ovvia vicinanza e rappresentazione del superfluo visto non come inutile, bensì completamento del già detto. Dietro, non c'è il disegno "storico", la presenza d'una visione del mondo. E' lo svolgersi quotidiano di attimi a volte aspri, quasi sempre giocosi e innocenti. E' l'impressionismo che perdura, un mondo a noi estraneo e lontano.

 

 Pauline è una ragazzina giudiziosa, per pochi giorni in vacanza con la cugina su una spiaggia francese che un po' ricorda certi nostri lidi adriatici lontani. Giochi d'amore, vicissitudini ingarbugliate che non danno tremore. C'è persino un lieve intreccio di classe visto da chi pare abbia superato le divisioni.

Come nasce Rohmer? Capovolgiamo Choderlos de Laclos, generale napoleonico che conosceva tattica e strategia, vediamolo in un mondo Ancien Régime che ha conosciuto i Lumi. (Paolo D.)

Chiedete nel Fondo Sclavi della Biblioteca di Venegono Superiore il testo:

Marocco, P.  Erich Rohmer, Le Mani, 1996