Viggiù, il borgo dove nacquero e operarono numerosi artisti dell’800 e del 900 lombardo. È un paese in cui la testimonianza del loro passaggio si respira in ogni angolo: Musei, Ville, Portali e il curioso Cimitero Vecchio.
Un intreccio di storie, di cultura e di ceti incuriosisce lo spettatore che varca il cancello in ferro battuto del piccolo camposanto ed immediatamente viene colpito dalle numerose piccole lapidi, targhe semplici alle quali il tempo ha levato il nome o il numero identificativo del defunto, e dalle decorate steli e cippi.
Successivamente sorprende l’imponente sepolcro raffigurante Adalgisa Farè Cassani.
È, tuttavia, passeggiando nel camposanto che ci si accorge della ricchezza artistica che racchiude: numerose sono le lapidi che costeggiano e decorano le pareti laterali e nelle quali si intravedono simboli iconografici della morte e delle professioni dei defunti sepolti.
Suggestivi e imponenti sono i tigli che custodiscono il riposo dei defunti; ai piedi di uno di essi un piccolo Angelo ricorda uno degli infanti defunti del cimitero e richiama il meraviglioso e dettagliato angelo realizzato da Luigi Buzzi Giberto.
Quest’ultimo è situato a fianco di una delle cappelle che completano il cimitero: la Cappella Marinoni, al cui interno è custodita una pregevole stele in marmo bianco.
Purtroppo in pessimo stato conservativo, ma di estrema testimonianza storico artistica, è la cappella funeraria comune. Essa fu realizzata nel 1847 su progetto dell’architetto Giacomo Moraglia, sobria rispetto all’imponente Cappella Corti del lato sud.
Questo Campo Santo oggi affascina particolarmente per lo stato in cui si trova. Apparentemente il cimitero sembra un luogo in cui il tempo e il degrado hanno avuto la meglio sul ricordo dei propri cari, un luogo volgarmente denominato “abbandonato”, ma non è così!
Purtroppo il tempo, il degrado e i numerosi atti vandalici hanno avuto la meglio sulla conservazione di questo bene ( numerose sono le tombe deturpate e le sculture che per precauzione sono state poste all’interno del Museo dell’800).
I viggiutesi, però, non si arrendono, è in fase progettuale infatti una raccolta fondi che permetterà di procedere nei lavori di valorizzazione e riscoperta di questo prezioso luogo che ogni sera del 2 novembre viene rivissuto con l’illuminazione con lumini e la lettura ed interpretazione di brani o poesie commemorativi.
A.A.