Guardabosone: un paese sostenibile che si raggiunge da Borgosesia e Romagnano, una piccola perla a dominio del Fondo Valle lungo un’importante via di collegamento tra il Ducato di Savoia e il Ducato di Milano. Siamo in provincia di Vercelli.
Il restauro della meridiana della chiesa di Sant’Agata è stato il primo passo per la valorizzazione del paese.
Il borgo è museo vivo, totalmente restaurato nel suo aspetto medioevale.
In sintonia con il paesaggio circostante e in armonia con i suoi 350 abitanti.
Un unicum esemplare di recupero del proprio passato, di cui si conservano numerose tracce.
Il Simulacro dell’Addolorata in S.Vittore a Varese
Il celebre gruppo ligneo che rappresenta la Vergine sofferente mentre sviene ai piedi della Croce, sorretta da Maria di Cleofa e Maria di Magdala, si trova al centro dell'ultimo libro di Chiara Zangarini.
Il 15 settembre il calendario liturgico della Chiesa fa memoria della Madonna Addolorata. Questa devozione è particolarmente viva e radicata in Varese che conserva nella Basilica di San Vittore un gruppo ligneo finemente intagliato che rappresenta la Vergine sofferente mentre sviene ai piedi della Croce, sorretta da Maria di Cleofa e Maria di Magdala.
L'origine del simulacro della Beata Vergine Addolorata è da ricercarsi intorno alla metà del XVI secolo, quando, ricostruita in forme rinascimentali l'abside di S. Vittore, si procedette alla decorazione del presbiterio e del coro, secondo un programma iconografico incentrato sulla passione di Cristo. Il gruppo dell'Addolorata faceva parte di un complesso più ampio, posto nel coro, raffigurante il Calvario; in tale luogo fu visto da S. Carlo Borromeo nelle sue visite e lì si trovava ancora nel 1612, quando Federico Borromeo così lo descrive: "Dietro all'altare, sono appese alla parete tre grandi croci cui sono inchiodate le immagini di Gesù Cristo Crocifisso e dei due ladroni; ai piedi della Sua Croce si vedono le statue della B.V. Maria e delle altre Marie e di S. Giovanni evangelista dipinte e dorate ed elegantemente scolpite".
Una sola navata, conclusa da abside semicircolare. Oggi andiamo alla scoperta di un edificio risalente al XII secolo. La fondazione della chiesa dedicata a Sancti Leonardi si deve a Guido il Grande, conte di Biandrate, quasi nove secoli orsono.
La fondazione della chiesa dedicata a Sancti Leonardi si deve a Guido il Grande, conte di Biandrate, quasi nove secoli orsono.
Della chiesa - un'unica navata conclusa da abside semicircolare infatti - non esistono testimonianze documentarie anteriori al XII secolo, mentre la prima citazione di Burgo s. Leonardi risale al 1198.
La castellanza di Bosto custodisce, non lontano dalla piazza della parrocchiale, la chiesetta di Sant'Imerio.
La chiesa di Sant'Imerio venne costruita sul luogo di una precedente chiesa di origine longobarda e prende la sua attuale dedicazione dal Santo trucidato con il compagno Gemolo in Valganna nel 1047. Un'antica tradizione del secolo XI li presenta, infatti, come accompagnatori di un vescovo in viaggio per Roma proveniente da Oltre Alpi, che si recava dal papa per adempiere all'obbligo della visita ad limina apostolorum. Imerio e Gemolo furono uccisi durante una rapina a colpi di pugnale in Valganna da una banda di malfattori provenienti dal paese di Uboldo. Gemolo fu sepolto a Ganna (e nel luogo nel 1095 sorse l'attuale abbazia a lui dedicata) mentre Imerio che era fuggito verso Varese ferito mortalmente, fu sepolto nella chiesa di S. Michele di Bosto che in seguito prenderà il suo nome.
Quando la storia dell'architettura incontra la storia sociale: la chiesa di San Bartolomeo al Bosco di Appiano Gentile venne edificata nel XII secolo e fu abitata da diversi canonici; successivamente, vicino all'edificio, sorse anche un piccolo ospedale.
Si sa inoltre che un tale Guglielmo Boltraffio donò diversi fondi al prevosto e ai canonici di San Bartolomeo affinché potesse sorgere adiacente alla chiesa un piccolo ospedale e si distribuissero elemosine ai poveri.
Successivamente, dopo la lotta tra i Comuni e l'Imperatore, il territorio diventò proprietà dei Visconti, e San Bartolomeo venne donato dall'arcivescovo Ottone Visconti al Capitolo del Duomo di Milano. Nel 1470 il Capitolo del Duomo cedette la località alla famiglia Pusterla pur mantenendone il diretto dominio fino al 1799. Nel 1760 ai Pusterla si sostituirono via via proprietari diversi.
Secondo la tradizione fu la prima cattedrale; sorse alla fine del IV secolo per volere del primo vescovo San Felice, inviato a Como nel 386 da sant'Ambrogio. La basilica presenta anche un'antica cripta, con sei colonne granitiche, a reggere una volta a crociera.
Un breve percorso tra arte, cultura, musei e scoperte turistiche: dal centro di Brunello e di Caidate per proseguire poi verso Sumirago, Menzago e Besnate.