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LoretoOggi si ricorda l’evento miracoloso della traslazione della casa di Nazareth a Loreto avvenuta alla fine del ’200 per opera di angeli secondo la tradizione ufficiale e su iniziativa dei templari secondo altri. La piccola costruzione, di cui da qualche secolo è visibile solo l’interno perché l’esterno è rivestito da una sontuosa scatola marmorea, ha ospitato Gesù nella sua infanzia a partire dall’annunciazione, come si può vedere al Sacro Monte di Varese. La devozione per la santa casa si è sviluppata da noi soprattutto alla fine del ’400 anche per impulso degli Sforza. La presenza in Italia della “reliquia” facilitò il compito dei pellegrini, perché non era più necessario recarsi in Palestina. Per questo motivo sono stati istituiti i Sacri Monti. Nel dipinto di Binago in S. Maria, che non differisce di molto dagli altri esempi in zona (anche se in esso si rileva la presenza del committente), la casa è trasformata in piccola chiesa con campanile (poiché questo elemento non è presente in tutte le raffigurazioni, potrebbe essere stato aggiunto per motivi simbolici), gli angeli la stanno posando al suolo e la Madonna con Bambino si trova sopra il tetto (o dietro la casa).

 

 

 

S AmrogioIl culto al santo contitolare della diocesi è limitato ad un tondo collocato in parrocchiale. Il dipinto, di pittore ignoto come tutti gli altri sulla volta della chiesa, è stato realizzato nell’ultima fase di ampliamento di San Giovanni, quindi a fine ’800 e comunque entro la prima metà del ’900. Il fondo oro rievoca i fasti della pittura bizantina, giustificato da un clima di recupero del medioevo, come avviene in architettura con il neogotico e il neoromanico.

 

 

SAndreaLa statua dell'apostolo Andrea è posta sopra alla cappelletta insieme a quella di San Carlo, ma non si capiscono i motivi della sua presenza, ovvero non c'è documentazione del suo culto a Binago. La statua in cemento lo ritrae senza la tradizionale croce a X sulla quale trovò la morte.

 

 

 

 

 

 

 

 

S CaterinaLa santa è ritratta nella chiesetta di Santa Maria di Binago nella sua forma iconografia più conosciuta, ovvero con lo strumento del suo martirio: la ruota dentata. In altre situazioni, invece, la si vede discutere con i filosofi che tentavano di dissuaderla dal seguire la religione cristiana (come è riscontrabile nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Oratorio di San LeonardoUna sola navata, conclusa da abside semicircolare. Oggi andiamo alla scoperta di un edificio risalente al XII secolo. La fondazione della chiesa dedicata a Sancti Leonardi si deve a Guido il Grande, conte di Biandrate, quasi nove secoli orsono.

La fondazione della chiesa dedicata a Sancti Leonardi si deve a Guido il Grande, conte di Biandrate, quasi nove secoli orsono.

Della chiesa - un'unica navata conclusa da abside semicircolare infatti - non esistono testimonianze documentarie anteriori al XII secolo, mentre la prima citazione di Burgo s. Leonardi risale al 1198.

 

 

La castellanza di Bosto custodisce, non lontano dalla piazza della parrocchiale, la chiesetta di Sant'Imerio. 

La chiesa di Sant'Imerio venne costruita sul luogo di una precedente chiesa di origine longobarda e prende la sua attuale dedicazione dal Santo trucidato con il compagno Gemolo in Valganna nel 1047. Un'antica tradizione del secolo XI li presenta, infatti, come accompagnatori di un vescovo in viaggio per Roma proveniente da Oltre Alpi, che si recava dal papa per adempiere all'obbligo della visita ad limina apostolorum. Imerio e Gemolo furono uccisi durante una rapina a colpi di pugnale in Valganna da una banda di malfattori provenienti dal paese di Uboldo. Gemolo fu sepolto a Ganna (e nel luogo nel 1095 sorse l'attuale abbazia a lui dedicata) mentre Imerio che era fuggito verso Varese ferito mortalmente, fu sepolto nella chiesa di S. Michele di Bosto che in seguito prenderà il suo nome.

 

Quando la storia dell'architettura incontra la storia sociale: la chiesa di San Bartolomeo al Bosco di Appiano Gentile venne edificata nel XII secolo e fu abitata da diversi canonici; successivamente, vicino all'edificio, sorse anche un piccolo ospedale.

La chiesa di San Bartolomeo al Bosco di Appiano Gentile

Si sa inoltre che un tale Guglielmo Boltraffio donò diversi fondi al prevosto e ai canonici di San Bartolomeo affinché potesse sorgere adiacente alla chiesa un piccolo ospedale e si distribuissero elemosine ai poveri.
Successivamente, dopo la lotta tra i Comuni e l'Imperatore, il territorio diventò proprietà dei Visconti, e San Bartolomeo venne donato dall'arcivescovo Ottone Visconti al Capitolo del Duomo di Milano. Nel 1470 il Capitolo del Duomo cedette la località alla famiglia Pusterla pur mantenendone il diretto dominio fino al 1799. Nel 1760 ai Pusterla si sostituirono via via proprietari diversi.

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