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La prima sosta in Ungheria ci riserva la sorpresa di un matrimonio locale.
Dodici damigelle in viola per la giovane coppia che si fa fotografare intorno ad un piccolo lago.
Preludio alla nota costante d’ambiente di questa vacanza.
Il Balaton si può considerare l’Adriatico degli ungheresi o un’enorme piscina perfettamente adatta agli europei di nuoto, si cammina per centinaia di metri fino a godersi l’ottima visuale sull’altra sponda.  Ideale per non nuotatori.
La natura rimane lacuale, fondo torbido, insetti da esposizione, barche a vela e surf.
Il lago è sulla sponda sud in gran parte urbanizzato; residenze liberty affiancano insediamenti più recenti a favorire i soggiorni estivi e i fine settimana degli abitanti della capitale.
Le case e i giardini appaiono dignitosi, ben curati e mantenuti. Avevamo attraversato il primo giorno un villaggio Rom, con un’impressione iniziale diversa. 
Molti bagni sono privati, con ingresso a pagamento.
La sponda nord, che ospita la più importante città termale Balatonfured, offre belle viste sui vigneti delle colline.

Balatonfured
La passeggiata Tagore ricorda il soggiorno del poeta indiano.
L’atmosfera è quella  di una decadente città mitteleuropea di fine ottocento.


Noi soggiorniamo a Heviz, una popolare città a ovest del lago, frequentata durante tutto il corso dell’anno.
Le acque del lago sono terapeutiche, curano le malattie ossee.

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Heviz: il più grande lago termale d’Europa.
La mia spalla ne uscirà rigenerata. L’odore è sulfureo, di origini vulcaniche; le sue acque sono disseminate di ninfee ma pericolosamente profonde. Conviene non staccarsi dalle sbarre laterali, o usare i salvagenti.
Al centro i padiglioni di cura in legno, collegati da passerelle. 
Una giovane insegnante ungherese conosce bene l’italiano, quest’anno verrà sul Garda.
Anche in Ungheria bassi salari per il pubblico e situazione politica instabile.   
La cucina ungherese è ricca di carne e verdure, panna acida e paprika nella locanda “csarda”.
Malinconica musica tzigana al violino e omaggio con “Volare” all’Italia. Il gruppo ha inciso un disco e pensa che gli italiani apprezzino in modo particolare la musica.
Una tappa a Budapest è d’obbligo, due ore di autobus, una visita alla città vecchia e al mercato. Ci appare tutto  più turistico, siamo alla ricerca di angoli incontaminati. (M.A.)

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