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La Passeggera   -   1961/63   -   Andrzej Munk (incompiuto)

La passeggera PasazerkaFinita la guerra una signora con il marito scendono in Canada da una nave proveniente da Amburgo. Lei è una ex SS di un campo di sterminio scampata alla punizione. Intravede un'altra donna, sua prigioniera, salvatasi dai forni crematori. La riconosce, il ricordo la persegue. S'era invaghita di lei?

 

 

 

 

Aveva cercato di aiutarla, non la tormentava come era suo dovere; favoriva persino gli incontri con il fidanzato. Rapporto ambiguo. L'aspirazione alla sottomissione totale non con la violenza, ma con la conquista, entrare in lei per possederne l'anima. La parte del nazismo come mina introdotta nell'interiorità. C'è l'apparente tentativo erotico, anche questo segno non volgare ma subdolo di supremazia. Fin qui la parte narrativa visibile, ambigua ma chiara, il racconto di una storia.Poi c'è il mondo circostante, non ravvicinato, distaccato e terribile d'un campo di sterminio. Visto con l'occhio tipicamente nordico della crudezza di un Bosch. Si osserva e si rabbrividisce di fronte al male nella sua naturale innaturalezza. Braccati dal Fato non si può non essere tormentati, proprio come al cospetto della meticolosa e insistita visione di Bosch. Mai il cinema aveva rappresentato con questo distacco entomologico l'apoteosi del male totale. Narrato da un rappresentante del nostro mondo.

Quanta malvagità nel mondo è ancora inespressa? (Paolo D.)